La scrittura manuale, nella sua dimensione più spontanea, rappresenta una traccia comportamentale stabile e osservabile. Chi si occupa della sua interpretazione in chiave psicologica – ambito che rientra nella cosiddetta grafologia descrittiva – non si limita a osservare le forme delle lettere, ma considera l’organizzazione complessiva dello spazio grafico, le dinamiche del gesto, le regolarità e le fluttuazioni all’interno del sistema scrittorio.
Ciascun tratto, per quanto automatico, è il risultato di un atto motorio finalizzato e soggettivo, che coinvolge diversi aspetti e pertanto si presta a un’analisi e a un’interpretazione.
Cosa vuol dire scrivere in un certo modo
Alcuni indicatori possono rivelare stati d’animo e contingenze, ma possono anche dirci qualcosa della personalità di una persona?
Secondo gli studiosi, ci sarebbero alcuni parametri di cui tenere conto:
- l’inclinazione del rigo e delle lettere, come espressione della direzione relazionale del soggetto;
- la pressione esercitata sulla carta, che può riflettere intensità, determinazione, o al contrario esitazione;
- la spaziatura tra parole e righe, utile per comprendere la gestione delle distanze interpersonali e la relazione con il ritmo;
- la dimensione dei grafemi, che in certi casi è collegabile a esigenze espressive o a tendenze compensative;
- la coerenza del tracciato, da cui si possono desumere elementi riferibili all’equilibrio interno e alla capacità di autoregolazione.
Tutti questi aspetti vengono considerati in relazione reciproca, mai presi isolatamente. L’analisi si basa su un modello sistemico, in cui ogni singolo elemento trova significato solo all’interno dell’osservazione globale.
La firma come rappresentazione di sé stessi
Particolare attenzione viene spesso riservata alla firma, considerata un atto simbolico che sintetizza, in forma stilizzata, l’immagine di sé che l’individuo intende proiettare all’esterno.
Il confronto tra firma e testo corrente permette di osservare eventuali disallineamenti tra l’identità pubblica e quella operativa.
Una firma illeggibile, compressa o fortemente inclinata può indicare reticenza, necessità di protezione o un desiderio di tenere sotto controllo la propria espressività. Al contrario, firme ampie e rotonde sono talvolta associate a soggetti con una tendenza a enfatizzare la propria presenza.
Anche in questo caso, non si attribuisce valore assoluto a un singolo segnale. Il significato emerge dalla correlazione tra le componenti della scrittura e il loro allineamento interno. Una firma sbrigativa non significa che la persona è frettolosa o poco attenta ai dettagli. L’abitudine e la memoria muscolare agiscono a un livello tale da non permettere un’analisi così superficiale.
A differenza della grafologia forense, la grafologia descrittiva non ha finalità diagnostiche né si configura come metodo clinico. Si tratta di una disciplina a orientamento fenomenologico, che propone una lettura della grafia come estensione di alcuni assetti stabili della personalità.
In ogni caso, se a fornire l’analisi è un perito grafologo, con competenza psicologiche, (vedi le competenze richieste su luciascarcella.it) allora si può avere una interpretazione, se non attendibile, che abbia tuttavia delle fondamenta scientifiche.La validità delle interpretazioni dipende dalla qualità del campione analizzato, dalla disponibilità di testi scritti in condizioni non artificiali e ovviamente dalle capacità dell’esperto, che dovrebbe unire un profilo di esperto psicologico e di esperto calligrafico. Con esperienza comprovata.