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  • Facile come cuocere un uovo sodo…. anzi no

    Facile come cuocere un uovo sodo…. anzi no

    Ingrediente base di tante altre preparazioni e ricette tipiche della cucina italiana (dalla pasta fresca alla maionese, dalla salsa verde alla crema pasticcera) l’uovo è stato a lungo trascurato come alimento a sé stante. Solo di recente è stato promosso a protagonista gustoso e versatile di ricette nobili, che da veloci ed economiche, possono trasformarsi nel pretesto per sperimentalismi culinari degni delle cucine più hi-tech.

    Uova per tutti i gusti

    Di gallina, d’oca, di anatra, di quaglia e persino di struzzo: in commercio si trovano ormai uova per tutti i gusti e, in cucina, esistono molti modi diversi di utilizzarle. Oltre a inserirle come ingrediente fondamentale in molte preparazioni, possono diventare esse stesse protagoniste di diverse ricette, dopo essere state sottoposte a metodi di cottura differenti, più o meno sofisticati, in grado di modificarne la consistenza.

     

    Se infatti c’è ancora chi ama gustarle crude (ovviamente a patto di riuscire a procurarsele freschissime e provenienti da galline allevate a terra, secondo il disciplinare biologico), la maggior parte delle persone preferisce assaporarle dopo il passaggio sui fornelli, deliziandosi con omelette, frittate, “occhi di bue” ma anche uova poché, barzotte, in camicia o sode.

    Protagonista nobile dell’alta cucina

    A lungo sottovalutato, l’uovo ha avuto la sua rivincita nel 2002, quando lo chef stellato Carlo Cracco lo ha eletto a protagonista della sua filosofia culinaria, sperimentando tecniche di trasformazione avanguardistiche che hanno cambiato radicalmente il modo di guardare questo alimento, fino ad allora considerato un “basico” e poco valorizzato nei menù dei ristoranti.

     

    Il merito di questa rivoluzione spetta all’avvento del suo “uovo marinato”, un tuorlo freschissimo che, prima della cottura, viene parzialmente disidratato e solidificato attraverso una marinatura a freddo sotto sale grosso (meglio se affumicato per un sapore più particolare e privo del retrogusto intenso tipico delle uova) e zucchero (per smorzare la sapidità del sale).

     

    La durata del processo (che ricorda una tecnica di lavorazione che nella cucina coreana viene applicata alle uova di pesce), e quindi la percentuale di acqua che viene estratta dal tuorlo, varia a seconda della consistenza finale che si vuole ottenere. Per lo chef il risultato ottimale è un tuorlo dalla forma perfettamente rotonda, compatto e caramellizzato nello strato esterno, traslucido grazie alla pre-cottura svolta dal sale, e con l’interno morbido e fondente.

     

    Il tempo di preparazione, pertanto, può variare da poche ore (in questo caso si otterrà un cuore liquido, in un involucro gelatinoso) a diversi giorni: addirittura la marinatura può protrarsi oltre le 2 settimane (periodo dopo il quale il tuorlo risulterà abbastanza compatto e consistente da poter essere tagliato a fettine con la mandolina o grattugiato per ottenere la cosiddetta “bottarga di uovo”).

    Semplice ma non facile (né banale)

    Anche senza volersi cimentare con i funambolismi della cucina contemporanea più sperimentale, cuocere le uova in modo ottimale e ottenere un risultato perfetto non è scontato neppure a casa. Per realizzare ricette perfette a base di questo ingrediente  richiede alcune accortezze che riguardano temperatura, durata della cottura, gestione dell’acqua o della padella.

     

    A seconda della consistenza che si desidera raggiungere. Le uova sode non fanno eccezione: che le si prepari secondo il metodo classico dell’immersione in acqua sul fornello o si opti per la più moderna cottura nel microonde, bisognerà adottare i dovuti accorgimenti per non far crepare il guscio, e far solidificare completamente solo l’albume, mentre il tuorlo dovrà coagulare solo in parte, restando cremoso.

    Una rivoluzione hi-tech attorno al guscio

    Per ottenere un risultato ottimale e un risultato il più possibile uniforme, nelle cucine professionali anche le uova si preparano spesso mediante la cottura a bassa temperatura. Il metodo consiste nell’immergere le uova intere in un tegame dai bordi alti, nel quale è stato predisposto un roner (o termocircolatore), cioè un particolare strumento che mantiene l’acqua in movimento e a temperatura costante.

     

    Ovviamente questo tipo di procedimento permette di cuocere in modo controllato molti alimenti oltre alle uova, e si presta in particolare per la cottura sottovuoto, che consente di mantenere inalterate gran parte delle proprietà nutritive e organolettiche degli ingredienti. La buona notizia?

     

    A differenza di quanto si possa pensare, questa strumentazione sofisticata non è più appannaggio solo dei grandi chef e dei ristoranti all’avanguardia, ma sta entrando a far parte della comune attrezzatura delle cucine domestiche che sono sempre più tecnologiche e personalizzabili in base alle proprie esigenze.

     

     

     

  • Alcuni suggerimenti per scegliere la cucina giusta per le tue esigenze

    Alcuni suggerimenti per scegliere la cucina giusta per le tue esigenze

    Nonostante all’apparenza possa sembrare un qualcosa di semplice, scegliere una nuova cucina può rivelarsi un’impresa tutt’altro che semplice. Questo, infatti, rappresenta uno degli ambienti di maggiore importanza della casa, in quanto è proprio all’interno di questa stanza che prepariamo il cibo e, che spesso, mangiamo.
    Quanto appena detto basta per comprendere quanto sia importante assicurarsi di acquistare una cucina in grado di soddisfare non solo il nostro gusto estetico, ma anche e soprattutto di rispondere alle nostre necessità in termini di dimensioni e funzionalità.
    Di conseguenza, quando si sceglie tra le varie cucine online, risulta necessario tenere in considerazione come il risultato dipenderà principalmente da due differenti fattori: progettazione e la scelta di elettrodomestici di qualità.
    Il mercato consente di scegliere tra centinaia di soluzioni attualmente in commercio, proponendo cucine classiche e cucine moderne volte a soddisfare ogni tipo di esigenze da parte della clientela.

    Criteri di Installazione di una Cucina

    Tra gli aspetti che necessitano di maggior attenzione quando si acquista una cucina rientra, senza ombra di dubbio, la modalità di installazione, in quanto anche da questo dipenderà la scelta del modello adatto alle proprie esigenze.
    Il montaggio di una Cucina a gas non è una cosa semplice e, nella maggior parte dei casi, necessita del lavoro di un professionista qualificato. Qualora la scelta fosse ricaduta su un modello di questo tipo dovrà provvedere all’installazione degli impianti energetici a combustione verificandone la conformità alle normative attualmente in vigore.
    Proprio questa è la ragione per la quale questo intervento è definito collegamento certificato della cucina a gas. Ovviamente, il lavoro del tecnico non termina con l’allacciamento della cucina alle reti di distribuzione domestica. Questo, infatti, si occuperà di completare l’installazione della cucina, nel più totale rispetto dei parametri di sicurezza. Consulta Cose di Casa per maggiori informazioni sul tema.
    Marchi come La Germania e Lofra si sono contraddistinti per la realizzazione di soluzioni di alta qualità, capaci di assicurare una perfetta cottura dei cibi, rispondere alle esigenze della clientela e, soprattutto, rispettose di un ottimo rapporto qualità-prezzo.

    L’importanza dei materiali

    I criteri di installazione e la successiva scelta tra cucine con forno elettrico o forno a gas non rappresentano gli unici aspetti da considerare quando si acquista un elettrodomestico di questo tipo. Acquistare una cucina significa, infatti, effettuare una spesa significativa. Di conseguenza, prima di scegliere in maniera definitiva la propria cucina, sarà necessario assicurarsi che quest’ultima assicuri un funzionamento duraturo. Come fare? In realtà la risposta è molto semplice: basta prestare attenzione ai materiali. Anche questi, infatti, dovranno essere scelti in funzione del lato estetico ma anche di quello pratico.
    Al giorno d’oggi ci sono molti materiali per la cucina, ma senza dubbio è necessario assicurarsi che sia facile da pulire e mantenere e, allo stesso tempo, favorisca una preparazione agevole degli alimenti. Il sito Tekworld.it fa una panoramica sui diversi tipi di materiali che agevolano la scelta.

    Dimensioni di una cucina

    Altra caratteristica che bisogna tenere in considerazione sono le dimensioni. Ma perché queste sono così importanti? Anche in questo caso, la risposta è davvero semplice: in nessun altro ambiente della casa è così fondamentale l’ergonomia, ovvero la disciplina che studia gli strumenti e gli ambienti di lavoro in rapporto alle persone che li utilizzano.
    Sia le cucine moderne sia quelle classiche vanno considerate come veri e propri ambienti di lavoro, motivo per il quale ogni azione che viene eseguita all’interno di queste deve poter essere in modo agevole garantendo il benessere dell’utilizzatore.
    Il mercato non si limita a proporre alcune tra le più innovative cucine, ma dispone di soluzioni specifiche anche per chi non possiede molto spazio a disposizione.
    Ovviamente, ognuno dei modelli proposti, come le cucine Lofra o le cucine La Germania vengono realizzate nel rispetto di alcune misure standard.

    La scelta degli elettrodomestici

    Solamente una volta valutati tutti gli aspetti precedentemente introdotti, sarà possibile procedere con la scelta degli elettrodomestici.
    Quello che in molti non sanno è che in una cucina, l’installazione degli elettrodomestici non è casuale, ma segue alcune regole, o meglio, prende in considerazione alcuni consigli. Ambienti di grandi dimensioni permettono, inoltre, di installare piani cottura a 5 fornelli. Questi consentono di cucinare più pietanze contemporaneamente, risultando la soluzione ideale per le famiglie più numerose.

  • Stampanti laser formato A3: cosa sono e come funzionano

    Stampanti laser formato A3: cosa sono e come funzionano

    La maggior parte delle persone che ha bisogno di una stampante spesso vira la sua scelta di acquisto su una stampante laser pensata per stampare fogli in formato A4, vale a dire i fogli singoli (la classica pagina singola di libro). Eppure, in base alle proprie esigenze e al tipo di lavoro che si intende fare con la stampante, si può avere la necessità di utilizzare una periferica adatta per la stampa in A3, ovvero le due pagine affiancate di libro, per intendersi. Trovare la stampante più adatta ai propri scopi non sempre è così semplice come sembra. Vediamo cosa sono le stampanti per formato A3 e quali sono i migliori prodotti di questa tipologia attualmente presenti sul mercato.

    Stampanti laser per formato A3: cosa sono

    La stampante di formato A3 è fondamentalmente una normale stampante, ma un po’ più larga di quella più standard A4. Infatti, il formato di carta A3 è più grande del tradizionale formato A4, che viene comunemente utilizzato con una stampante standard. Esistono delle sostanziali differenze tra le stampanti A3 e quelle A4. La stampante A3 è in grado di gestire più formati, tra cui A3, A4, Letter, Legal e altri formati di carta più piccoli, tra cui le buste. La stampante A4 invece, è in grado di produrre A4, Letter, Legal e in alcuni casi dei formati più piccoli, ma non gli A3.

    Essendo in grado di stampare su supporti più grandi, le stampanti A3 hanno certamente dimensioni maggiori rispetto ai classici modelli A4. Se hai poco spazio, potresti prendere in considerazione l’acquisto di una stampante A4,che di fatto è più piccola e anche più comoda da posizionare e da usare. Cerca qui altre informazioni sulle migliori stampanti disponibili oggi sul mercato.

    Le stampanti A3, essendo più grandi e capaci di stampare su più formati di supporto, di solito godono di un maggior livello di versatilità rispetto alle stampanti pensate per i formati A4. Le A3 possono essere in grado di stampare documenti e materiali per realizzazione degli opuscoli e su formati simili. Tuttavia, le stampanti A4 spesso sono sufficienti per soddisfare la maggior parte delle esigenze di stampa di documenti di base di dimensioni regolari. Se devi stampare qualcosa in più rispetto ai classici documenti tradizionali, allora potresti prendere in considerazione l’idea di acquistare una stampante per i formati A3. Ecco qui tutte le principali caratteristiche di una stampante pensata per stampare fogli in formato A3.

    Quantità di fogli, costo e criteri per la scelta

    Vista naturalmente la loro elevata versatilità di utilizzo e le loro dimensioni, spesso le stampanti A3 costano di più rispetto alle A4. Se non hai a disposizione un budget di spesa molto alto, forse potresti pensare all’acquisto di una stampante con un formato A4, decisamente più economico. Dato che le stampanti A4 sono più piccole, e contengono quindi meno toner, durante l’azione della stampa dovrai utilizzare molte cartucce, comportando di fatto una spesa complessiva maggiore. Se hai spesso la necessità di fare molte stampe, potresti prendere in considerazione la scelta di acquisto di una stampante di formato A3.

    Così come per le stampanti dal formato A4, anche le stampanti laser in formato A3 possono stampare in bianco e nero oppure a colori. Se hai bisogno di stampare molti documenti può essere utile acquistare una stampante monocromatica anziché a colori. La differenza di prezzo è notevole e le stampanti laser a colori sono molto più costose e meno performanti rispetto a quelle con funzionamento a getto di inchiostro.

    Stampanti A3: le specifiche tecniche

    Oltre alle tradizionali periferiche con funzionamento a laser, oggi sul mercato puoi trovare anche i modelli laser LED che stampano in A3. Queste stampanti funzionano mediante i diodi (da cui proviene la parola LED) che illumina il tamburo tramite la luce. La stampante laser carica il tamburo grazie all’emissione di un raggio laser che gli permette di attirare l’inchiostro che poi verrà trasferito sulla carta. La stampante laser LED utilizza dei diodi luminosi per polarizzare il tamburo e non presenta delle parti mobili.

    Il numero di pagine al minuto che la stampante è in grado di stampare viene menzionato nelle specifiche della stampante ed è importante valutare questo parametro soprattutto se hai bisogno di usare la stampante per motivi di lavoro. Stampare rapidamente in fronte retro gi rende la vita più semplice, mentre il suo uso in casa potrebbe essere meno indispensabile. Una buona stampante laser è in grado di realizzare almeno 30 PPM ed ha bisogno di poco più di 10 secondi al massimo per riscaldarsi.

     

  • Come rendere una casa autosufficiente dal punto di vista energetico?

    Come rendere una casa autosufficiente dal punto di vista energetico?

    Complice l’incredibile aumento del costo dell’energia elettrica, sicuramente, sempre più persone hanno cercato di iniziare ad intraprendere un percorso che le renda autosufficienti e, al contempo, non in impattanti sull’ambiente grazie al raggiungimento di una indipendenza energetica sfruttando le fonti energetiche rinnovabili. È inevitabile che per far fronte alle esigenze sempre maggiori in ambito energetico imposte dal nostro futuro, ebbene, è necessario investire attivamente in un pacchetto di soluzioni energetiche alternative alle fonti fossili. Grazie ai pannelli solari e ad altre applicazioni tecniche, è possibile rendere la propria casa energicamente autosufficiente grazie all’istallazione di impianti all’energia rinnovabile (vedi qui per ulteriori approfondimenti: https://soluzionisolari.it/autosufficienza-energetica-casa/). Come vedremo a breve, infatti, questi sistemi offre innumerevoli vantaggi che non si fermano unicamente al risparmio energetico ma si fondono anche ad altre ambiti.

    Quali sono i primi passi da muovere per costruire la propria casa in classe energetica elevata?

    Per costruire la propria casa con una classe di efficienza energetica elevata e dunque, farle raggiungere l’indipendenza energetica, è bene, è necessario considerare e progettare accuratamente più aspetti che riguardano il funzionamento dell’edificio stesso. È, in prima battuta, importante curare con estrema attenzione l’organizzazione degli spazi e, successivamente, la gestione delle strutture interne. Dal punto di vista progettuale, infatti, una casa autosufficiente dal punto di vista energetico, deve essere realizzata tenendo in considerazione sia la disposizione delle stanze sia l’organizzazione degli ambienti. Una casa situata nel Nord Italia, infatti, aveva la stanza maggiore frequenza che vengono disposte sul lato sud mentre, invece, una casa che si trova nel meridione d’Italia, avrà la stanza maggiore frequenza esposte a nord. Questo, infatti, serve per migliorare l’efficienza energetica di questi ambienti e ridurre il consumo energetico per il loro riscaldamento o raffreddamento. Un altro accorgimento da tenere in Grande considerazione è l’organizzazione degli impianti. Questi ultimi, infatti, sono una voce molto importante nel bilancio energetico di un edificio e, per questo motivo, puntare su soluzioni innovative, all’avanguardia, e, al contempo, capaci di assicurare una buona efficienza energetica, e, sicuramente il modo migliore per raggiungere l’autosufficienza energetica. Tra le soluzioni più performante via sicuramente l’utilizzo dell’impianto fotovoltaico di un solare termico accompagnati hanno un sistema di accumulo dell’energia.

    Quali sono gli altri accorgimenti che si possono mettere in campo?

    Come detto, infatti, è possibile progettare con attenzione sia la disposizione degli spazi che, al contempo, degli impianti, ma siamo sicuri che sia sufficiente? In realtà no, anche con una casa equipaggiata con sistemi di produzione dell’energia elettrica è sostenibile, è bene, anche in questo caso, gli sprechi possono essere dietro l’angolo. È per questo motivo, infatti, che è importante anche in questi casi tenere traccia accuratamente dei propri consumi energetici e, al contempo, cercare di andare ad intervenire chirurgicamente a tutti quegli aspetti che è possibile di volta in volta migliorare come, ad esempio, installazione di lampadine ad alto rendimento ad alta efficienza energetica o, in alternativa, l’utilizzo degli elettrodomestici che evitano lo stand-by. Un altro elemento da tenere in stretta considerazione è sicuramente quello della organizzazione e della progettazione dei sistemi di accumulo. Questi ultimi, infatti, devono essere adeguatamente adatti ed equilibrati all’edificio nei quali vengono installati. Non si può infatti pensare di installare un piccolo pacco batterie in una casa da 500 m quadri ma, come sempre, serve equilibrio e buon senso.

    Quali sono i vantaggi di una casa autosufficiente?

    Una casa autosufficiente offre innumerevoli vantaggi primo fra tutti quello di riuscire a annullare il costo delle bollette. Queste cose, infatti, essendo progettate per funzionare con sistemi energetici rinnovabili sostenibili, non necessitano di essere collegati, quantomeno formalmente, ai sistemi di distribuzione di corrente e di gas. Questo, indubbiamente, permette un risparmio enorme a fine anno che, nel giro di pochi anni, permetterà di rientrare abbondantemente dell’investimento iniziale portato a termine. Un altro incredibile vantaggio, infatti, è quella dell’azzeramento del proprio impatto ambientale: grazie infatti l’utilizzo di tecnologie per la produzione energetica sostenibile, la propria abitazione acquisisce una classe di efficienza energetica elevata e, di conseguenza, azzera il proprio impatto energetico.

  • Capodanno al Circo a Roma

    Capodanno al Circo a Roma

    Natale e capodanno tempo di feste e di grandi cene. Se il natale è d’obbligo passarlo in famiglia, per il capodanno si può spaziare decisamente di più. I classici veglioni del passato non sono più di moda e le cene fuori hanno spesso dei costi esorbitanti a fronte di serate poco più che noiose. Quali alternative per un capodanno veramente diverso? Una soluzione interessante e decisamente innovativa potrebbe essere quella del capodanno al circo. E se lo spettacolo è a firma Orfei allora c’è da fidarsi senza ombra di dubbio. Vediamo come organizzarsi per la nottata più emozionante dell’anno.

    Non solo Orfei: da i Coda Prin alla famiglia Adami

    Quest’anno c’è un nuovo motivo per trascorrere il natale a Roma: il grandioso circo di Rolando Orfei. Al termine di un tour lunghissimo, il circo Orfei si ritrova a trascorrere l’appuntamento più atteso, nella location della capitale, a partire già dall’8 di dicembre, quindi in concomitanza con l’inizio delle festività, e fino alla fine di gennaio, il 29 per la precisione. Il nome di Ronaldo Orfei è garanzia di successo per questo spettacolo: figlio di Rinaldo e cugino di Moira, Rolando è un altro esponente di spicco di questa famiglia che ha reso il circo uno degli spettacoli italiani più amati in tutto il mondo. La produzione che sarà in tour anche nella città di Roma, si presenta di grande livello, anche per la collaborazione con altre due firme prestigiose dell’arte circense italiana: i Coda Prin e Adami Athos. I Coda Prin sono i fondatori, fin dai primi anni Settanta, del circo Colisseum e del circo Hamar. Nel corso della loro carriera, i Coda Prin hanno acquisito una notevole esperienza all’estero, e questo li ha resi capaci di saper preparare spettacoli di respiro internazionale. Anche Adami Athos non ha bisogno di presentazioni. La famiglia Adami ha messo la firma in eventi di notevole importanza, di cui l’ultimo esempio è l’evento in Piazza San Pietro.

    Circo a Capodanno: tradizione e modernità

    Come accennato, il circo Orfei a Roma sarà presente per più di un mese, a cavallo anche del capodanno. Questa è senza dubbio la data più rilevante perchè consentirà di poter trascorrere la notte si San Silvestro in una maniera decisamente innovativa. La notte di capodanno sarà occasione per prendere parte a un evento che vedrà in scena gli animali esotici di David e Karin Coda Prin, i trapezisti volanti The Flying Milla e i tessuti aerei di Jasmin Torres. Non mancheranno poi i cavalli di Davide Prin, Mr. Muscolo, il giocoliere Anthony Prin, la clowneria, l’hula hoop di Kelly Maugeri, i leoni e le tigri di Alex Franchetti e tanto altro ancora. Inoltre, sarà occasione per poter assistere all’evento che già dal 2021 Rolando Orfei porta orgogliosamente in giro durante i suoi tour europei: lo spettacolo della donna laser, ideato e prodotto negli Stati Uniti d’America e disponibile per il pubblico italiano proprio grazie al circo Orfei. Tutti gli eventi sono accompagnati da strepitose illuminazioni e da musica di accompagnamento che aumenta l’effetto sensazionale del circo. Presenta Alex Zorzan.

    Circo Rolando Orfei: info biglietti

    L’evento che Rolando Orfei porterà nella capitale ha tutte le caratteristiche del grande evento, per questo sarà necessario attivarsi fin da subito e attraverso i canali ufficiali del circo a Roma. L’8 dicembre è ormai alle porte e il capodanno è la prima festività ad essere organizzata con largo anticipo. Durante i giorni normali gli spettacoli previsti sono 3: alle 16:00, alle 17:30 e alle 18:30 ma per la notte più importante dell’anno sarà previsto un solo spettacolo che andrà in scena alle ore 22:00, a cavallo del veglione e con un certo anticipo rispetto alla mezzanotte, per avere certezza di poterla festeggiare in grande stile. I prezzi variano in base all’anello scelto e all’età, e ricordiamo che i bambini al di sotto dei due anni entrano sempre gratis.

  • Quali sono le tecniche più diffuse di stampaggio delle materie prime?

    Quali sono le tecniche più diffuse di stampaggio delle materie prime?

    Nell’industria della plastica le innovazioni, soprattutto di recente, sono state sempre più rivoluzionarie. Questo materiale, infatti, si insedia in ogni meandro della nostra economia della nostra società: dai guanti per l’ortofrutta del supermercato, alle cuffiette che usiamo tutti i giorni quando facciamo giochi, passando per i vestiti che indossiamo. La plastica è ovunque e, riuscire ad individuare dei metodi di trattamento e, soprattutto, di produzione, particolarmente efficaci, ebbene, questo è l’unico modo, per aumentare l’efficienza del sistema produttivo e, al contempo, minimizzare gli sprechi sia di materiale che di energia. In questo contesto, la tecnica che si è dimostrata particolarmente efficiente sia dal punto di vista energetico che economico è sicuramente lo stampaggio delle materie plastiche. Questa tecnologia, infatti, come avremo modo di approfondire a breve, l’incredibile vantaggio di assicurare una precisione senza precedenti e al contempo, una velocità ed una economicità senza eguali.

    Cos’è lo stampaggio delle materie plastiche?

    Lo stampaggio delle materie plastiche è da considerarsi come il gold standard della lavorazione della plastica (vedi qui: https://www.stamplastitalia.com/stampaggio-materiali-plastici/). Lo stampaggio delle materie plastiche, infatti, è un procedimento che consente di ottenere prodotti finiti realizzati in plastica attraverso la sua estrusione. Sebbene possa sembrare rudimentale, questa tecnologia è molto efficiente e, al contempo, non recentissima. I primi esperimenti che vennero condotti sullo stampaggio delle materie plastiche avvengono negli anni 50 quando si utilizzavano i primi polimeri sintetici. All’epoca, tuttavia, non si aveva una conoscenza approfondita delle temperature di fusione e di trattamento di questi polimeri e, di conseguenza, il processo era poco efficiente e molto dispendioso dal punto di vista energetico. Oggi, grazie all’attenta ed approfondita conoscenza del settore, si è riusciti a migliorare sensibilmente la precisione dei trattamenti e, soprattutto, trattare la plastica alla temperatura idonea per la fusione. Lo stampaggio delle materie plastiche, dal punto di vista tecnico, avviene attraverso l’estrusione dei pellet: questi, infatti, sono piccoli trucioli di plastica concentrata che, vengono riscaldati, ed estrusi attraverso un apposito macchinario. A questo punto, questa pasta calda viene inserita all’interno di uno stampo e, a seconda della tecnica utilizzata, permetterà di dare origine ad oggetti pieni o cavi.

    Quali sono i principali metodi di stampaggio delle materie plastiche?

    Come accennato in precedenza, infatti, lo stampaggio delle materie plastiche è una tecnica molto semplice ma, al contempo, particolarmente insidiosa. Uno degli elementi più importanti da tenere in considerazione, e da monitorare quando si produce un manufatto attraverso l’utilizzo della tecnica dello stampaggio delle materie plastiche, è la temperatura. Oltre a questo, inoltre, è da considerare la tecnologia utilizzata per lo stampaggio delle materie plastiche. Esiste infatti lo stampaggio ad iniezione e lo stampaggio ad iniezione con reazione. I sistemi più complessi, invece, comprendono la compressione e la termoformatura. Il sistema più semplice è sicuramente lo stampaggio ad iniezione che consente di realizzare manufatti con costi particolarmente contenuti e una notevole velocità. In questo caso, infatti, si parte riscaldando i pellet di plastica e, una volta fusi, si inietta la miscela all’interno di appositi stampi. Nel caso in cui vi sia anche un’iniezione di aria all’interno dello stampo, e bene, si ottiene un oggetto cavo all’interno che vanta le medesime caratteristiche di un oggetto pieno ma indubbiamente più leggero.

    Quali sono i vantaggi dello stampaggio delle materie plastiche?

    Lo stampaggio delle materie plastiche offre innumerevoli vantaggi primo fra tutti quello di riuscire a garantire il raggiungimento di standard qualitativi particolarmente elevati. Lo stampaggio delle materie plastiche, infatti, è uno dei metodi più efficace per assicurare il recupero, riciclo di uso della plastica. Molto spesso, infatti, ci si domanda come sia possibile riuscire a rimettere nel ciclo produttivo la plastica non più utilizzata, è bene, in questo caso, l’utilizzo della tecnica dello stampaggio ad iniezione, è, sicuramente, un grande aiuto. Ci permette infatti di riutilizzare plastica che, altrimenti, sarebbe finita in discarica o nell’inceneritore. un altro vantaggio è indubbiamente quello dei costi che sono relativamente contenuti e, di conseguenza, garantiscono un miglioramento, dell’impatto ambientale dell’intero processo produttivo.

  • Il costo reale della zanzariere plissettate

    Il costo reale della zanzariere plissettate

    Le zanzariere plissettate rappresentano un’ottima soluzione per chi vuole proteggere gli ambienti interni di un’abitazione dall’infestazione di insetti di qualsiasi genere e ottenere anche un ottimo effetto estetico. Vengono realizzate con materiali di qualità e garantiscono grande affidabilità nel tempo. Scopriamo però insieme qual è il costo delle zanzariere plissettate.

    Le zanzariere plissettate

    Con l’arrivo della bella stagione non c’è cosa più bella che aprire le finestre di casa oppure di un luogo di lavoro, per fare entrare il sole ma anche godere di aria fresca, soprattutto durante le caldi notti in cui c’è una comune difficoltà nel prendere sonno. In queste situazioni la presenza di insetti e soprattutto di zanzare in casa è particolarmente fastidiosa perché si disturba il riposo notturno e ci si ritrova a trascorrere tante ore alla ricerca di una soluzione per dormire. In realtà la soluzione è quella di prevenire tutto questo attraverso l’installazione di zanzariere plissettate. Si tratta di una particolare tipologia di zanzariere che permettono da un lato di proteggere gli ambienti interni e dall’altro di creare un certo stile grazie alla classica piegatura della rete. Sono prodotti che vengono realizzati con materiali di grande qualità per garantire un sistema di apertura e di chiusura affidabile e duraturo nel tempo. Tutte queste caratteristiche di eccellenza naturalmente portano a pensare ad un prezzo piuttosto alto, soprattutto se si raffronta con quello di altri modelli.

    Il costo delle zanzariere plissettate

    Non c’è dubbio che se si vuole disporre di ambienti confortevole occorre necessariamente investire su prodotti di qualità. Questo vale assolutamente anche nel caso delle zanzariere che devono essere funzionali allo scopo e affidabili. Quando una persona sta pensando di installare una zanzariera, certamente valuta diversi aspetti tra cui anche il costo. C’è da sottolineare che le zanzariere plissettate SharkNet essendo realizzate con materiali ricercati e con sistemi innovativi, permettono di facilitare l’apertura e la chiusura e indiscutibilmente prevedono prezzi più elevati. Il prezzo delle zanzariere SharkNet è più alto anche in ragione delle tante certificazioni che ne attestano la qualità come quella rilasciata dalla camera di commercio di Roma. Tuttavia è difficile indicare con precisione il prezzo effettivo di vendita perché ci sono diversi aspetti che devono essere valutati in fase di progettazione e di installazione del prodotto.

    I prezzi delle zanzariere sharknet

    Ci si può aspettare un prezzo leggermente più alto rispetto ad altri modelli perché le zanzariere plissettate SharkNet sono state ottenute con l’utilizzo di prodotti di grande qualità e offrono un impatto estetico gradevole e ricercato. Questi prodotti vengono realizzati su misura dopo un attento sopralluogo da parte di un tecnico qualificato per scoprire le dimensioni di una finestra oppure di una porta finestra. La personalizzazione riguarda anche altri aspetti come il meccanismo di apertura e chiusura per garantire la migliore fluidità possibile di movimento senza creare barriere architettoniche che potrebbero far nascere incidenti domestici. Infatti, con l’utilizzo della zanzariera plissettata non c’è la classica guida per terra o quantomeno è minimizzata perché lo spessore è di pochi millimetri. Inoltre, ci sono tantissimi altri vantaggi che vanno considerati nella valutazione del prezzo come la facilità in fase di manutenzione e lavaggio. Inoltre, si risparmia per quanto riguarda i costi di montaggio perché l’installazione è semplice e veloce e non richiede materiale aggiuntivo. Infine, le zanzariere plissettate sono molto più sicure rispetto ad altri modelli che oggi si possono trovare sul mercato come quelle a molla, in ragione di un sistema ad hoc.

  • Durata gel e semipermanente

    Durata gel e semipermanente

    Mani perfette con gel e semipermante

    Avere delle mani sempre ordinate e curate è il sogno di ogni donna e per questo è possibile sottoporsi a trattamenti che prevedono l’applicazione di gel o degli smalti semipermanenti.

    Entrambe le soluzioni sono valide e consentono di evitare l’uso della smalto classico che si rovina dopo qualche giorno dall’applicazione. Bisogna poi considerare che i gel e i semipermanenti sono perfetti anche per chi deve fare i conti con le unghie sottili e fragili. A questo punto è normale chiedersi quale delle due soluzioni offre una durata maggiore.

    Smalti e gel semipermanenti: aspetti generali

    Negli ultimi anni gli smalti e i gel semipermanenti hanno riscosso un grande successo in quanto consentono di sfoggiare mani molto eleganti e femminili. Grazie a queste particolari tipologie di smalti, disponibili in tantissime colorazioni, è inoltre possibile dare libero sfogo alla propria creatività, visto che si riescono a creare decorazioni, motivi e disegni anche molto originali.

    Insomma con questi prodotti ogni donna potrà personalizzare la propria manicure e adattarla alla stagione dell’anno, all’umore o all’outfit.

    In linea generale è bene sapere che la ricostruzione in gel viene raccomandata quando bisogna allungare o dare una nuova forma alle unghie. Il trattamento prevede l’applicazione di una sostanza gelatinosa che viene lavorata e asciugata tramite particolare lampade UV/LED.

    Usare lo smalto semipermanente vuol dire invece non poter alterare la forma e la lunghezza delle unghie. In questo caso, infatti, siamo di fronte ad un comune smalto, che comunque richiede il fissaggio tramite le lampade UV/LED. Alla fine dell’applicazione sarà possibile notare unghie perfettamente lucide e che rimangono belle più a lungo rispetto a quello che succede con gli smalti tradizionali.

    Durata dei trattamenti

    Una volta capita la differenza fra gel e semipermanente, bisogna capire quale trattamento dura più a lungo. Lo smalto gel e il semipermanente, infatti, spesso vengono considerati la stessa cosa e di conseguenza si pensa che i risultati ottenuti siano uguali. In realtà non è così, perché solo con la ricostruzione mediante il gel si possono correggere alcuni difetti delle unghie, nonché aumentare la lunghezza o cambiare la forma. Il semipermanente, invece, è più simile allo smalto classico che tutti conoscono, anche se prevede il fissaggio attraverso la lampada UV/LED.

    Com’è facile immaginare, il semipermanente dura di più rispetto allo smalto, classico, ovvero circa 2 settimane. In ogni caso la durata maggiore viene assicurata dalla ricostruzione in gel che può anche superare un mese.

    Bisogna comunque segnalare che il semipermante rispetto alla ricostruzione tramite gel si rimuove più velocemente e non solo utilizzando la fresa professionale, ma anche con solventi appositi in grado di sciogliere i pigmenti.

    Vendita smalto semipermanente e gel

    Adesso che sono chiare le differenze fra ricostruzione in gel e smalto semipermanente, nonché gli aspetti che riguardano la durata, è bene ricordare che per ottenere risultati altamente professionali è importante scegliere solo prodotti di alta qualità. In commercio esistono davvero moltissimi smalti, ma solo alcuni assicurano durevolezza e lucentezza.

    Per trovare soluzioni che non deludono le aspettative e con le quali poter eseguire una manicure impeccabile anche fra le mura domestiche, quindi senza andare presso i centri estetici, sarà possibile visitare diversi siti che sono specializzati nella vendita gel e semipermanente, in cui trovare anche svariati accessori, lampade per il fissaggio, prodotti per rimuovere le cuticole, accessori, decorazioni, lime e molto altro.

    In questi portali si trovano inoltre kit completi per eseguire la ricostruzione in gel o per applicare il semipermanente da soli. Si tratta di cofanetti composti da smalti di varie colorazioni, tanti altri attrezzi e le istruzioni da seguire.

  • Gel e semipermanente: caratteristiche e differenze

    Gel e semipermanente: caratteristiche e differenze

    Smalto gel: di cosa si tratta?

    Il gel è un prodotto pensato per la ricostruzione delle unghie che si distingue per la consistenza densa e viscosa. Proprio per tale ragione, questo si trova in vasetti e deve essere applicato con appositi strumenti. Lo smalto gel reagisce alla luce UV, pertanto dopo l’applicazione deve essere utilizzata una lampada. Ciò che distingue tale cosmetico è il finish, il gel appare infatti duro e resistente e, se lo si desidera, si può applicare in modo tale da rendere le unghie più spesse. A differenza di altri prodotti per la manicure, il gel non si sbecca o rovina e può essere rimosso con minor frequenza. In linea generale, questo può resistere dalle 2 alle 4 settimane. Una delle qualità degli smalti gel è quella di poter creare ricostruzioni e allungamenti utilizzando tip e cartine. In questo modo, oltre ai lavori più semplici e tradizionali è possibile realizzare look più audaci e particolari.
    Effettuare una ricostruzione con il gel significa infatti modificare la forma o allungare l’unghia utilizzando un prodotto capace di indurirsi e resistere agli urti proprio come le unghie naturali. Tuttavia, come accennato, è altresì possibile coprire esclusivamente la superficie dell’unghia, come si farebbe con un comune smalto, rendendola però più dura e spessa.
    Una caratteristica peculiare dello smalto gel è la rimozione. Tale operazione deve essere effettuata infatti utilizzando la lima o la fresa. Non è infatti possibile utilizzare l’acetone o altri solventi.

    Semipermanente: cos’è e quali sono le sue peculiarità?

    Il semipermanente è uno smalto cosiddetto fotoindurente poiché per asciugarsi necessita della luce UV o LED. A seguito dell’applicazione è infatti essenziale che l’unghia venga inserita negli appositi fornetti affinché lo smalto possa asciugarsi. Inoltre, ciò che distingue lo smalto semipermanente da quello classico è la durata. Il primo non si sbecca e resiste per oltre 3 settimane senza perdere di brillantezza.
    Non solo, gli smalti semipermanenti donano alle unghie maggior resistenza poiché le rendono leggermente più spesse.
    Ciò che distingue questi smalti è senza dubbio l’applicazione. Tale operazione richiede infatti diversi passaggi che devono essere eseguiti in un preciso ordine. In primis, le unghie devono essere limate ed è necessario spingere le cuticole affinché l’ughia sia completamente libera. Dopodiché andranno applicati base e primer. Quest’ultimo dovrà essere polimerizzato nel fornetto (il tempo può variare in base alla marca). Il passaggio successivo prevede l’applicazione dello smalto colorato o neutro semipermanente per poi asciugare sotto le lampade UV o LED. Infine è necessario applicare il top coat per garantire brillantezza e resistenza. Anche questo deve essere asciugato nel fornetto.
    Per ciò che concerne la rimozione questa può essere effettuata con la lima/fresa oppure con gli appositi solventi. Lo smalto semipermanente è perfetto per tutti coloro che desiderano una manicure naturale e duratura ma anche per coloro che lamentano unghie deboli o rovinate.

    Quali sono le differenze tra gel e semipermanente?

    Le caratteristiche che permettono di distinguere il gel dal semipermanente sono molteplici. Tuttavia ve ne sono altre che invece accomunano questi prodotti.
    Per ciò che concerne le differenze è possibile menzionare:

    • texture: come detto poc’anzi, il gel si distingue per la texture particolarmente densa che rende impossibile la stesura con il classico pennellino. Al contrario, il semipermanente può essere applicato come un normale smalto poiché risulta fluido;
    • possibilità di creare allungamenti: grazie all’ausilio di cartine e tip, il gel può essere usato per allungare (anche di parecchi millimetri) l’unghia. Questo non può accadere con gli smalti semipermanenti poiché la texture non consente di effettuare questa tipologia di lavori;
    • modalità di rimozione: la rimozione del gel deve essere effettuata principalmente con lima e/o fresa mentre per il semipermanente spesso è sufficiente il solvente.

    Tra le similarità si possono menzionare:

    • resistenza: entrambi i prodotti garantiscono un risultato duraturo (fino a 4 settimane) e senza imperfezioni. Non solo, l’impiego di tali cosmetici rende l’unghia più dura e spessa;
    • polimerizzazione: gel e semipermanente sono prodotti fotoindurenti, pertanto necessitano di un fornetto con luci UV o LED per asciugarsi completamente.
  • Gel o smalto semipermanente? Pro, contro e differenze

    Gel o smalto semipermanente? Pro, contro e differenze

    La scelta della cura giusta per la salute e la bellezza delle mani dipende da una serie di fattori, che spaziano dalla qualità dei prodotti alla fragilità dell’unghia, fino alle proprie preferenze ed esigenze. Tra le tecniche più diffuse di manicure troviamo il gel e gli smalti semipermanenti, i quali si diversificano per molti aspetti, partendo dall’applicazione fino alla durata.

    Smalto gel e semipermanente: le tecniche di applicazione

    Come applicare lo smalto gel con un’applicazione professionale? La stesura del gel richiede una certa dimestichezza e comporta la conoscenza di tecniche per la manicure che consentono di dare all’unghia un look completamente diverso, in quanto si va anche a modificarne e allungarne la forma. Ecco alcuni consigli su come evitare gli errori:

    • Applicare un primer per garantire una buona tenuta.
    • Lucidare le unghie per dare loro la forma desiderata.
    • Applicare lo smalto gel: di solito è sufficiente uno strato spesso, ma dipende dalla qualità del prodotto.
    • Scaldare nel microonde per 2 minuti.
    • Se necessario, applicare una seconda mano e ripetere la procedura sotto la lampada UV.
    • Se avete un gel sigillante, applicatelo e passatelo in forno per 3 minuti.

    Alla fine di questo processo, avrete unghie lucide e impeccabili. Nel complesso, siamo certi che sarete soddisfatti della copertura offerta da questo gel. È sicuramente un’ottima base per glitter, nail art e altre libertà creative.
    Per quanto riguarda invece lo smalto gel semipermanente, ecco alcuni passaggi che i professionisti non possono ignorare quando applicano una manicure semipermanente:

    • Applicare uno strato di base, un primer per fissare.
    • Mettere in forno per 2 minuti
    • Applicare lo smalto
    • Rimettere in forno e riscaldare per altri 2 minuti.
    • Applicare il topcoat.
    • Rimettere in forno per altri 2 minuti.

    Lo smalto semipermanante può essere anche applicato a casa, grazie infatti alla vendita di smalto semipermanente e attrezzatura online, avere mani sempre curate con il fai da te è una soluzione più economica del salone.

    Gel o semipermanente: quale scegliere?

    Lo smalto in gel è più indicato se si vuole ripristinare l’intero aspetto dell’unghia. La tecnica infatti dona alle vostre unghie una nuova forma e bellezza: lo smalto in gel ha una consistenza late da essere applicato, lavorato e asciugato in un forno UV per polimerizzare, consentendo l’allungamento delle unghie.
    Il trattamento con smalti gel semipermanentiè ideale per le persone con unghie fragili che si spezzano facilmente, in questo modo infatti le unghie sono maggiormente protette da danneggiamenti. Naturalmente, non bisogna esagerare e si consiglia di eseguire questo trattamento non più di due volte al mese.
    Il modo più adatto e sicuro per ottenere risultati permanenti sulle unghie naturali con una manicure in gel o semipermanente è quello di rivolgersi a un salone professionale, dove è affisso un certificato. Infatti, le estetiste frequentano corsi di specializzazione per la cura e la ricostruzione delle unghie.
    La longevità delle unghie in gel varia notevolmente. Dipende dalla marca e dalla qualità dei prodotti, e dalle condizioni delle unghie. Se si seguono correttamente i passaggi elencati nella sezione precedente e si utilizza un primer con una buona tenuta, le unghie tendono a rimanere perfettamente lucide e belle per due o tre settimane. Se lo applicate voi stesse a casa piuttosto che dal parrucchiere, ci vorrà circa un’ora, o anche di più se rimuovete lo smalto precedente. Se si sceglie di affidarsi alle mani di un’estetista esperta, bisogna anche considerare che il costo sarà compresotra i 15 e i 35 euro, a seconda del tipo di manicure e dell’eventuale disegno o decorazione che si desidera avere in modo permanente e duraturo.
    Con il giusto approccio, le unghie semipermanenti durano circa un mese. Il costo di una manicure semipermanente varia da 25 a40 euro. Lo svantaggio di questo tipo di manicure è che non è sempre facile da rimuovere a casa, a meno che non si voglia rovinare le unghie con un impacco di acetone. I solventi specifici per la manicure semipermanente sono disponibili tuttavia presso i saloni di bellezza, che si occupano anche della vendita gel semipermanente.